Pubblicati i primi due bandi del Fondo per la Repubblica Digitale, il nuovo grande partenariato Pubblico-Privato sul tema del contrasto delle disuguaglianze digitali, cui anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella aderisce con importanti risorse.
Il Fondo per la Repubblica Digitale - nato
nell'ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR) e del Fondo Nazionale Complementare (FNC) e istituito
con il decreto-legge del 6 novembre 2021 - è una innovativa partnership tra il pubblico e il privato
sociale: tra il Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione
digitale e il Ministro dell'economia e delle finanze da una parte e dall'Acri,
l'Associazione delle Fondazioni e delle Casse di risparmio dall'altra.
Il Fondo
ha come obiettivo l'aumento di quelle competenze fondamentali per completare la
transizione digitale del Paese e per questo sosterrà progetti di reskilling e di upskilling digitale di persone ai margini del mercato del lavoro
con un particolare focus su NEET, donne, disoccupati ed inattivi. In via
sperimentale per cinque anni (fino al 2026) il Fondo stanzia un totale di 350 milioni di euro. Sarà alimentato da
versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria, alle quali sarà
riconosciuto un contributo, sotto forma di credito d'imposta (pari al 65% per
gli anni 2022 e 2023 e al 75% per gli anni 2024, 2025 e 2026). Il Fondo pone un
forte accento sulla valutazione
d'impatto dei progetti finanziati. La valutazione mira ad individuare quei
progetti che si dimostreranno più efficaci ed efficienti nell'accrescimento
delle competenze digitali e nell'occupazione
effettiva dei beneficiari. La valutazione di impatto è affidata al Comitato
scientifico indipendente presieduto dalla professoressa Raffaella Sadun.
In Italia, 26 milioni di persone non hanno competenze digitali di base. Si
tratta del 54% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni, rispetto al 46%
della media Ue. L'Italia è così al 18esimo posto su 27, secondo i dati della Commissione europea (Digital Economy
and Society Index - DESI). La bassa percentuale di cittadini con competenze
digitali è solo la punta dell'iceberg di ritardi più ampi. Il gap italiano è infatti maggiore nei
sottocomponenti dell'indice DESI di problem
solving skills (69% in Italia vs. 79% in UE) e di information and literacy skills (71% in Italia vs. 80% in UE). I
dati mostrano quindi che il fenomeno italiano di basse competenze digitali si
innesta in un contesto di mancanza di conoscenze più esteso che comprende abilità cognitive complementari, dette
anche soft skills. Questo ritardo produce un impatto
sulla reale "cittadinanza digitale", sull'accesso ai servizi della pubblica
amministrazione da parte di tutti i cittadini e rappresenta anche un freno allo sviluppo del Paese. Inoltre,
entro il 2024, le imprese avranno bisogno di circa 1,5 milioni di lavoratori
con competenze digitali di base (dati Unioncamere e ANPAL) e secondo uno studio
di Deloitte in collaborazione con SWG, quasi un'azienda su quattro non trova i profili professionali STEM di cui ha
bisogno. In questo scenario intende intervenire il Fondo per la Repubblica
Digitale mutuando la positiva esperienza del Fondo per il contrasto della
povertà educativa minorile, pioniera partnership pubblico-privato sociale.
FUTURA
C'è tempo fino al 16 dicembre per
partecipare attraverso il nuovo portale
Re@dy (www.portaleready.it)
a "Futura" per soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del
terzo settore, in forma singola o in partnership. Il bando prevede un totale di
5 milioni di euro e mira a
selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le
competenze digitali delle giovani donne
(18-50 anni) per garantire migliori
opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Particolare
attenzione verrà riservata alla valutazione d'impatto.
In
Italia solo il 43,10% delle donne
possiede competenze digitali di base (48,20% per gli uomini), rispetto al
dato Ue pari al 52,30%. Secondo il Gender Gap Report 2021 del World Economic
Forum, il nostro Paese è al 114° posto per quanto riguarda la partecipazione
economica femminile. Nonostante quasi il 60% dei laureati in Italia sia donna,
con risultati migliori rispetto ai colleghi uomini, nel nostro Paese si rileva
un alto tasso di disoccupazione femminile: nel
2021 in Italia lavora meno di una donna su due.
ONLIFE
Anche per il bando dedicato ai NEET (15-34 anni),
"Onlife", c'è tempo fino al 16 dicembre
per presentare progetti sulla piattaforma Re@dy
(www.portaleready.it).
Il bando mette a disposizione 8 milioni
di euro per finanziare progetti presentati da soggetti pubblici, privati
senza scopo di lucro e enti del terzo settore, in forma singola o in partnership
costituite da un massimo di tre soggetti. Come per il bando Futura, gli enti
for profit possono essere coinvolti come partner sostenitori (senza quota di
budget) o come fornitori per l'apporto di know
how e competenze in ambito digitale. L'obiettivo è finanziare progetti di
formazione validi ed innovativi volti ad accrescere le competenze digitali dei
NEET. Il nostro Paese presenta il più
alto tasso di NEET all'interno dell'Unione europea, pari al 25,1% (Dati
Ue). In totale, i NEET in Italia sono più di 3 milioni; il fenomeno riguarda
prevalentemente le donne (57%) e le regioni del Sud in cui risiede il 53% dei
NEET.
Per info: www.fondorepubblicadigitale.it