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Prefazione del curatore

L'ambito di indagine

Immagine tratta dal libro Arti figurative

Una caratteristica inedita di questo volume risiede nella scelta di circoscrivere l'ambito di indagine al territorio di Biella e di Vercelli. La storia delle due città, dall'epoca medioevale allo sviluppo economico ottocentesco (e, volendo, fino alla recente nuova suddivisione amministrativa) è infatti ricca di episodi che tendono a enfatizzare i rispettivi elementi di autonomia e di diversità piuttosto che di reciproca integrazione.
Sfogliando l'apparato iconografico del libro, e ancor di più inoltrandosi nella lettura dei singoli contributi, la ricchezza dei legami e degli elementi di identità tra i due centri apparirà tuttavia evidente. Basterà qui evocare il ruolo di personaggi e di committenti come i Ferrero, i Gromo e gli Avogadro, o di artisti come Gerolamo Giovenone e Bernardino Lanino per dare ragione di ciò. Il territorio d'altra parte coincide, per il periodo preso in considerazione, in gran parte con quello della antica diocesi di Vercelli, da cui quella di Biella si sarebbe staccata solo nel 1772.

 

Al tempo stesso il confronto tra i vari saggi dedicati ai due diversi ambiti territoriali tende a esaltare le peculiarità e a rendere più facilmente leggibili le autonome diversità. L'attività di Gaudenzio Ferrari da una parte, così come quella di Defendente o del cosiddetto Maestro dell'Incoronazione della Vergine dall'altra, dimostrano ad esempio come le specifiche identità si definiscano e si rendano riconoscibili proprio nel confronto con realtà e culture figurative differenti dalla propria.

 

Gli studi storico-artistici precedenti

Immagine tratta dal libro Arti Figurative

Per quanto riguarda invece gli studi storico artistici, è giusto evidenziare come il libro, e i singoli contributi, abbiano potuto usufruire a piene mani di tante precisazioni, approfondimenti e nuove scoperte degli ultimi anni. Se si scorre velocemente la bibliografia è facile rendersi conto di come il periodo compreso tra il 1980 - anno in cui vennero pubblicati sia il libro di Sciolla sul Biellese sia l'indagine sul territorio di Trino - e oggi, sia costellato di tappe significative. Nel 1982 il catalogo della mostra sui cartoni dell'Accademia Albertina, nel 1985 quello su Bernardino Lanino, seguito l'anno successivo dallo studio monografico sullo stesso pittore e il Cinquecento a Vercelli, fino alla recente mostra di Ginevra, che ha imposto all'attenzione non solo locale un pittore come il Maestro dell'Incoronazione di Biella; a partire dal 1984, inoltre, ogni anno ha arricchito di un volume la poderosa ricerca condotta da Delmo Lebole sulla Chiesa del Biellese. Questo percorso corale deve molto alla regia e alle acute proposte di Giovanni Romano, così come sul versante della conservazione e dei restauri, oltre che degli studi, è in debito di riconoscenza nei confronti dell'impegno di Paola Astrua.

 
 

Gli autori e i promotori

Detto questo, mi sembra infine doveroso riconoscere che l'impegno della Biverbanca, intelligentemente puntato sul territorio, e l'iniziativa dell'editore hanno reso possibile coagulare intorno a questo progetto editoriale alcuni degli studiosi che in anni recenti hanno con più vivo interesse frequentato l'ambito di ricerca biellese e vercellese: Edoardo Villata rivolge verso Gaudenzio il proprio dottorato, così come Giovenone è l'argomento di una borsa di studio di Simone Baiocco; Patrizia Pivotto, Paola Manchinu e Gian Luca Bovenzi hanno dedicato rispettivamente alla committenza artistica a Biella, a Defendente Ferrari e al parato vercellese Della Rovere le proprie tesi di laurea, perlustrando poi in alcuni casi il territorio con ripetute e capillari campagne di schedatura; Giovanni Donato, Cinzia Piglione, Pierpaolo Merlin e Paolo Cozzo hanno articolato aspetti di ricerche su cui si cimentano da lungo tempo; Daniele Sanguineti ha di buon grado accettato di divulgare i risultati di uno dei restauri da lui diretti sul territorio in quanto ispettore di soprintendenza; chi scrive ha infine avuto l'opportunità di riprendere alcuni temi, che rischiavano di rimanere inevasi, emersi in alcuni anni di lavoro a Biella.
L'insieme dei contributi, ricco di dati inediti, di aspetti fino ad ora poco approfonditi e di nuove interpretazioni, offre uno sguardo d'insieme che valorizza la straordinaria qualità della produzione artistica di un periodo cruciale per entrambi i capoluoghi. A tutte le persone direttamente e indirettamente citate va il riconoscimento del curatore.

Vittorio Natale