La chiesa parrocchiale di San Pietro di Castellengo ha origini
medievali; è citata per la prima volta in una bolla del 1115 in cui l'imperatore
Federico I ne donava il patronato, con altri beni e castelli della zona, a
Giovanni di Biandrate. Sottoposto a molte fasi costruttive e rimaneggiamenti
tra il XV e il XIX secolo, l'edificio ne conserva ben evidenti i segni:
all'esterno le tessiture murarie romaniche, le tracce degli archetti pensili
gotici, le vestigia di ampliamenti non finiti, la planimetria articolata e
soprattutto, all'interno, le pareti e le volte in tutto o in parte affrescati.
Le scene rappresentate sulle pareti e sulle volte della navata laterale destra
della chiesa risalgono probabilmente agli anni intorno al 1515, come testimonia
un'iscrizione sulla parete di fondo, e sarebbero da attribuire ai figli di Daniele de' Bosis e più
ragionevolmente ad Arcangelo, che nel 1520 risulta dimorante a Biella.
L'iniziativa si propone
l'obiettivo principale di riuscire a completare i lavori di restauro dei
pregevoli affreschi del XVI secolo,
che, riportati in luce a seguito di un primo descialbo eseguito nel 2002,
versano oggi in condizioni di estremo degrado e necessitano di importanti e
mirate opere di consolidamento e restauro, in modo da consentirne la piena
fruibilità.
Il progetto è inserito in una
più ampia iniziativa di valorizzazione della chiesa, anche nell'ambito
culturale e turistico del territorio cossatese e biellese, in quello religioso
della realtà parrocchiale e diocesana e nel contesto storico-artistico della
pittura rinascimentale e tardo rinascimentale del Piemonte.
Dichiara Don Alberto Boschetto, parroco:
"Con l'obiettivo di riuscire a
completare il consolidamento e restauro delle pareti affrescate della navata
destra della chiesa e favorire la piena lettura visiva del più ampio ciclo
pittorico del XVI secolo della nota bottega de' Bosis, il progetto si inserisce
in un percorso di recupero e valorizzazione della chiesa che perdura ormai da
molti anni, coinvolgendo istituzioni locali, libere associazioni, volontari e
finanziatori. Prendersi cura di un'opera così importante anche per storici,
studiosi, appassionati e turisti contribuisce a riaccendere nell'intera
comunità il desiderio di conoscere meglio ciò che ci hanno lasciato le
generazioni precedenti per poterlo tramandare intatto a quelle future".
Sito
web: www.ecomuseo.cossato.bi.it
Per
informazioni:
Ufficio Cultura Comune di
Cossato: 015 9893505