Compie
quest'anno i 25 anni di vita la "Rivista Biellese", un progetto editoriale
ideato nel 1997 da Carlo Caselli, Fabrizio Lava e Giovanni Vachino ispirandosi
a testate omonime edite negli anni '20 e '50 del Novecento. Il trimestrale di
cultura e storia biellese, una vera miniera di approfondimenti su fatti locali
inediti o poco noti, è utilissimo a studiosi e
studenti per conoscere meglio le proprie radici e comprendere il
presente.
Grazie
al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che ogni anno stanzia
6 mila euro per il progetto dal 2011 il DocBi- Centro Studi Biellesi, che
pubblica la rivista, sottoscrive circa 300 abbonamenti a favore di biblioteche,
istituti culturali della provincia, docenti di Città Studi e di scuole superiori
che ne facciano richiesta e Case di riposo.
"L'impegno della Fondazione è volto a
sostenere e diffondere questo prezioso strumento di conoscenza che indaga storie
e vicende altrimenti destinate a restare oscure - commenta il Presidente Franco
Ferraris - a volte si tratta di
piccole storie dal sapore locale, ma spesso il lavoro dei ricercatori
intercetta narrazioni che conducono a comprendere meglio quadri più ampi della
vita del Biellese dei secoli passati".
La
Rivista Biellese esce a gennaio, aprile, luglio e ottobre ed è distribuita in
tutte le edicole della provincia.
Il
direttore responsabile è stato prima Carlo Caselli, poi Marco Neiretti e ora
Gianni Crestani, mentre nel ruolo di direttore editoriale si sono avvicendati
Carlo Caselli, Sergio Trivero e Mauro Lampo, supportati da un qualificato
Comitato di redazione di una decina di persone.
Ogni
numero ospita una serie di articoli di vario argomento: storia, arte,
memorialistica, cultura popolare, enogastronomia, scienze naturali. Il lettore
trova inoltre alcuni appuntamenti fissi, ossia rubriche, affidate alla
Fondazione Sella (L'immagine), a Mina Novello (In cucina) e alla Camera di
Commercio (I numeri).
Negli
anni la rivista ha coinvolto centinaia di collaboratori: dai docenti
universitari ai ricercatori, dai liberi professionisti ai cultori di storia
biellese, da affermati personaggi della cultura locale a giovani studenti o
neolaureati che sulle sue pagine hanno potuto fare le loro prime esperienze
editoriali.
"Nell'insieme - commenta
il Presidente del DocBi Marcello Vaudano nel ringraziare la Fondazione e
coloro che collaborano al progetto -
tutti costoro costituiscono una straordinaria "forza lavoro intellettuale" che
ha messo a disposizione della divulgazione e della crescita culturale del
territorio il proprio tempo e le proprie competenze, in maniera del tutto
disinteressata, nello spirito di quel volontariato culturale di qualità che da
sempre caratterizza il DocBi".