Conservare e valorizzare il patrimonio artistico del Biellese contribuendo alla sua salvaguardia e favorendo la conoscenza di opere spesso poco note, ma non per questo di minor valore artistico e storico-documentario: si ispira a questi obiettivi l'azione della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella nel campo dell'arte.
Il settore, di rilevante interesse ai fini dell'azione dell'Ente, risulta oggi ancor più strategico dal momento che può costituire un bacino quasi sconosciuto di tesori da scoprire e valorizzare all'interno di circuiti culturali e turistici che proprio in questi anni hanno iniziato a coinvolgere anche il Biellese a lungo, e a torto, caratterizzato da un'immagine negativa di relativa povertà culturale.
Ricca di fecondi rapporti culturali soprattutto con il territorio vercellese e, per tramite di quest'ultimo, con le grandi correnti artistiche, nella produzione artistica biellese è riconoscibile il segno di grandi committenti e artisti dal fascino innegabile: dai Ferrero ai Gromo e agli Avogadro, tra i primi, da Gerolamo Giovenone a Bernardino Lanino, tra i secondi, tanto per citarne alcuni.
La Fondazione è convinta che i gioielli diffusi sul territorio: nei palazzi, nelle chiese, nei santuari, vadano non solo restaurati e conservati, ma anche opportunamente fatti conoscere all'esterno attraverso operazioni di comunicazione capaci di farne apprezzare la peculiarità e la bellezza, così come è accaduto per il "Maestro dell'Incoronazione", protagonista di un felice caso di valorizzazione grazie alla mostra a lui dedicata a Ginevra.
In considerazione di questi fattori la Fondazione ha sostenuto, adottandola come libro strenna per il 2003, la pubblicazione dell'opera qui presentata e realizzata a cura di Eventi & Progetti su incarico di Biverbanca.
I numerosi studi, molti dei quali realizzati da giovani ma già brillanti studiosi, che costituiscono l'opera, rappresentano un passo concreto verso il giusto riconoscimento di artisti poco noti ai Biellesi, ma di sicuro interesse.
L'iniziativa avviata da Biverbanca raccoglie dunque il pieno favore della Fondazione, che vi ha aderito con entusiasmo, condividendo gli obiettivi di un'operazione culturale che segue l'esempio del memorabile studio sull'arte biellese edito dall'Istituto San Paolo e che si propone oggi, a più di vent'anni di distanza, di rendere conto, anche attraverso le moderne tecniche di riproduzione fotografica, dei tanti interventi di restauro che anche grazie al costante e attento supporto della Fondazione, hanno permesso di conservare un patrimonio comune di cui andare fieri.