Sono stati pubblicati
nei giorni scorsi due nuovi bandi del Fondo per la Repubblica Digitale, "In progresso"
e "Prospettive", dedicati
rispettivamente ad accrescere le competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio sostituibilità a causa
dell'automazione e dell'innovazione tecnologica e delle persone disoccupate e inattive.
Che cos'è il Fondo per la Repubblica Digitale
Per accompagnare l'Italia verso la
transizione digitale, ispirandosi all'innovativa e positiva esperienza di partnership tra pubblico e privato sociale del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, è nato il Fondo per la Repubblica Digitale, istituito con
il decreto-legge n. 152 del 6 novembre 2021,
convertito con modificazioni dalla legge n. 233 del 29 dicembre 2021. Si tratta
di una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di
Fondazioni e di Casse di risparmio - Acri), che si muove nell'ambito degli
obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza) e dall'FNC (Fondo Nazionale Complementare). In via sperimentale per
cinque anni (fino al 2026) il Fondo stanzia un totale di 350 milioni di euro.
Sarà alimentato da versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria.
Il Fondo pone un forte accento sulla valutazione d'impatto dei progetti
finanziati. La valutazione mira a individuare quei progetti che si
dimostreranno più efficaci ed efficienti nell'accrescimento delle competenze
digitali e nell'occupazione effettiva dei beneficiari. La valutazione di
impatto è affidata al Comitato scientifico indipendente.
Il contesto italiano
In Italia, 26 milioni di persone non hanno competenze digitali di base. Si
tratta del 54% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni, rispetto al 46%
della media Ue. L'Italia è così al 18esimo posto su 27, secondo i dati della
Commissione europea (Digital Economy and Society Index - DESI). La bassa
percentuale di cittadini con competenze digitali è solo la punta dell'iceberg
di ritardi più ampi. Il gap italiano
è infatti maggiore nei sottocomponenti dell'indice DESI di problem solving skills (69% in Italia vs. 79% in Ue) e di information and literacy skills (71% in
Italia vs. 80% in Ue). I dati mostrano quindi che il fenomeno italiano di basse
competenze digitali si innesta in un contesto di mancanza di conoscenze più
esteso che comprende abilità cognitive complementari, dette anche soft skills. Questo ritardo produce un impatto sulla reale "cittadinanza digitale",
sull'accesso ai servizi della pubblica amministrazione da parte di tutti i
cittadini, sull'adeguamento delle competenze dei lavoratori al mutare delle
esigenze del mercato del lavoro e rappresenta un freno allo sviluppo del Paese.
Anche per questo, sempre di più, aziende e istituzioni si aspettano che la
maggior parte dei loro lavoratori possieda competenze digitali di base e/o
avanzate, così da stare al passo con l'innovazione tecnologica, restare
competitive sul mercato e favorire migliori condizioni economiche e sociali per
le comunità. In questo scenario intende intervenire il Fondo per la Repubblica
Digitale.
IN
PROGRESSO
L'Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di skill mismatch in Europa: lo skill-gap che ne deriva si traduce
nell'incapacità di acquisire, entro i tempi della transizione tecnologica, le
stesse abilità complesse che svolgerebbe un robot al nostro posto. Un recente
studio dell'Università di Trento conferma
che nei prossimi 15 anni la quota di lavoratori e lavoratrici ad alto rischio
di rimpiazzo tecnologico si attesterà tra il 33% (7,12 milioni di persone) e il
18% (3,87 milioni), se si considerano rispettivamente le professioni
automatizzabili o le singole mansioni. Nel nostro Paese le professioni ad alto rischio
di automazione interessano diversi settori: trasporti e logistica, supporto d'ufficio e amministrativo, produzione,
servizi e settore della vendita.
Tutto ciò rende necessaria un'azione di
adeguamento del know-how attraverso
azioni di upskilling dei lavoratori,
con percorsi di formazione sulle competenze digitali e trasversali per svolgere
le loro mansioni in via complementare agli strumenti forniti dall'innovazione
tecnologica.
Il bando "In progresso" promuove,
per questo, lo sviluppo delle competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità a causa
dell'automazione e dell'innovazione tecnologica, al fine di garantire le
condizioni di permanenza nel mondo del lavoro e migliori opportunità
professionali.
C'è tempo fino al 4
agosto, per soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro, per partecipare attraverso il portale Re@dy (www.portaleready.it).
Il bando prevede un totale di 10 milioni
di euro.
Per info: inprogresso@fondorepubblicadigitale.it
PROSPETTIVE
Rispetto
ai Paesi Ue, l'Italia riporta il più alto tasso di inattività (34,6%): durante
il terzo trimestre 2022, più di un terzo della popolazione italiana di età
compresa tra i 15 e i 64 anni risultava non occupata o in cerca di occupazione,
contro il valore medio Ue pari al 23,6%. Inoltre, secondo i dati OCSE, il tasso
di disoccupazione del nostro Paese è del 7,9%, superiore di quasi due punti
percentuali rispetto alla media europea (6,1%). Le persone tra i 34 e i 50 anni
risultano essere quelle maggiormente colpite dal fenomeno e tra loro si
concentra la quota più alta di disoccupati di lunga durata, cioè coloro che
cercano e non trovano un lavoro da più di un anno. Inoltre, secondo il World Economic Forum, in Italia, si
stima che tra il 2023 e il 2027 saranno richieste competenze digitali a più di
2 milioni di lavoratori e, secondo uno studio di Deloitte in collaborazione con
SWG, quasi un'azienda su quattro non trova i profili professionali STEM (Science, Technology, Engineering and
Mathematics) di cui ha bisogno.
In questo contesto, il Fondo promuove "Prospettive", il bando dedicato ad
accompagnare lo sviluppo delle competenze digitali di donne e uomini ai margini
del mercato del lavoro - disoccupate/i e inattive/i, di età compresa fra i 34 e i 50 anni, per offrire loro
migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del
lavoro.
C'è tempo fino al 14 luglio per
presentare progetti sulla piattaforma Re@dy
(www.portaleready.it). Il bando mette a disposizione 20 milioni di euro per sostenere
iniziative presentate da soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed
enti del terzo settore.
Per info: prospettive@fondorepubblicadigitale.it
Webinari gratuiti di presentazione
- Giovedì 25 maggio,
ore 12.00-13.30: https://tinyurl.com/2t2pzbey
- Venerdì 26 maggio,
ore 14.30-16.00: https://tinyurl.com/ycxx38af
- Martedì 6 giugno, ore
11.00-12.30: https://tinyurl.com/2vuck6xj
- Venerdì 9 giugno, ore
15.00-16.30: https://tinyurl.com/ypuas2ax
I webinar, organizzati
dal Fondo per la Repubblica Digitale, sono aperti a tutti gli operatori e alle
organizzazioni interessate a presentare proposte progettuali.
Nel corso dell'incontro
online Giorgio Righetti, Direttore Generale del Fondo per la Repubblica
Digitale con Martina Lascialfari, Responsabile Attività istituzionali del
Fondo, illustreranno le modalità di partecipazione.
Per info: www.fondorepubblicadigitale.it