Prosegue
con una nuova interessante mostra presso lo Spazio Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella la collaborazione tra DocBi - Centro Studi
Biellesi e Palazzo Gromo Losa Srl finalizzata alla riscoperta degli artisti
biellesi. Il
nuovo progetto espositivo riguarda
Leo Gavazzi (1922-2010), uno
degli artisti più poliedrici del Novecento biellese, di cui ricorre quest'anno
il centenario della nascita.
Gavazzi inizia a dipingere durante l'adolescenza. Le opere di quel periodo
a noi pervenute, una decina, non paiono dovute a un debuttante: la tecnica
raffinata e i soggetti fanno pensare a un buon pittore di fine Ottocento. Dopo
la guerra, combattuta prima come soldato e poi come partigiano, si laurea in
medicina, si specializza in odontostomatologia e lavora come dentista rilevando
lo studio del padre. Nel 1957, costretto a casa da una lunga malattia, riprende
i pennelli; l'anno successivo partecipa a un concorso, a Candelo, dove vince il
primo premio. Primo premio anche nel 1959 a Stresa e nel 1960 a Sirmione; entro
il 1975 egli otterrà trentatré premi e nove segnalazioni.
Nel 1972 allestisce la prima personale al Circolo degli artisti di Biella; l'anno successivo pubblica Immagini e parole al vento, libro di
poesie che commentano alcuni fra i suoi quadri, riprodotti a fronte dei testi. Nel
1975, 1976, 1977, 1978 e 1983 partecipa ad Art Basel, la più importante
mostra-mercato artistica d'Europa. Si susseguono le personali a Biella, Candelo,
Torino, Varese, Milano, Firenze, Varazze, Grenoble, Washington, New York, Lyungby,
nonché in Svizzera e Germania. Partecipa al Premio Internazionale Biella per l'Incisione
nel 1976, 1979 e 1983, alla mostra Arte e Resistenza nel 1993 e a varie
edizioni della manifestazione Andiamo al Piazzo.
Nel 1990 Bruno Pozzato gli dedica il libro Leo Gavazzi. L'eccitata esistenza delle forme. A Milano Leo frequenta la Scuola Superiore d'Arte Applicata all'Industria al Castello Sforzesco e vi si diploma.
Gradualmente, ai colori a olio egli sostituisce quelli a tempera e poi quelli
acrilici. Fa largo uso della foglia d'oro e d'argento, applicata alla
superficie posteriore del supporto, che è una lastra di plexiglas incisa
con il trapano da dentista. La maggior parte della sua produzione dell'ultimo
periodo è pervasa da una scanzonata ironia, che compare soprattutto nei
numerosi quadretti di argomento odontoiatrico che la sua professione gli
suggerisce.
Egli si dedica inoltre all'acquerello e soprattutto alla grafica. Lavora
lastre di zinco con il trapano da dentista; si cimenta inoltre con la
linoleumgrafia e la litografia. Saltuariamente, egli affronta la terza
dimensione, modellando in creta, intagliando uccelli di plexiglas,
dipingendo minuscoli uccellini su gruppi di tappi di sughero o utilizzando le
proprie conoscenze nel campo delle materie plastiche per dar vita a blocchi di
resina dai colori variopinti.
"Nel 1983 a Basilea Leo rifiuta di vendere in blocco le sue opere a un
notissimo mercante d'arte che possiede gallerie a Londra e a New York. Se
l'avesse fatto, oggi sarebbe famoso! - ricorda il figlio Carlo
Gavazzi, che ha curato l'esposizione
insieme a Giovanni Vachino. "Ha dipinto fin quasi alla morte,
avvenuta nel 2010: solo negli ultimissimi anni l'ingravescente cecità gli ha
impedito di dar forma e colore come egli avrebbe voluto a ciò che la sua
inesauribile, sfrenata fantasia gli suggeriva".
La mostra sarà visitabile fino al 16 ottobre da lunedì a venerdì ore 10.30-12.30 e 16.00-17.30; sabato e domenica ore 16.00-19.00.
Apertura alle visite sabato 3 settembre, ore 17.30 con visita guidata.
Domenica 16 ottobre, ore 18.00: VISITA GUIDATA a cura di Carlo Gavazzi (partecipazione libera - non è richiesta la prenotazione).
Per info sulla mostra: 015 0991868 | spazio.cultura@fondazionecrbiella.it