È
un'apparecchiatura grande poco più di una stampante. Basta un tavolo per
trovarle spazio al laboratorio di oncologia molecolare del Fondo Edo Tempia. Ma
il lavoro che svolge è enorme: più di 1.800 test all'anno, ognuno dei quali
prezioso per indirizzare le terapie a beneficio di una persona malata di
tumore in Piemonte, Valle d'Aosta o Liguria. E per migliorare la sua
aspettativa di vita. «Perché dobbiamo ricordarci» ha detto Maria Scatolini, che
dirige il laboratorio dalla sua nascita «che dietro ogni provetta c'è un
paziente».
La ricercatrice,
laureata in biotecnologie mediche, dottore di ricerca in oncologia umana e
specialista in patologia clinica, ha accolto lo scorso 14 gennaio il Presidente della
Fondazione Cassa di Risparmio di Biella Michele Colombo, insieme al Consiglio
di Amministrazione, ai componenti dell'Organo di Indirizzo e al Segretario Generale. Insieme hanno visto da vicino il frutto prezioso di uno dei
contributi della Fondazione stessa: quell'apparecchiatura, in grado di
analizzare in contemporanea centinaia di geni, è stata acquistata anche grazie
a uno stanziamento di 150.000 euro partita dagli uffici di Via Garibaldi.
«Il
nostro ruolo» ha detto Colombo «come ha ben sintetizzato l'assessore Riboldi in
occasione del decennale dell'ospedale, è stare a fianco della sanità pubblica
aiutandola a sviluppare tutto il suo potenziale grazie al valore aggiunto che
le fondazioni possono dare. Un investimento per noi da sempre strategico e che
disegna una visione territoriale unitaria grazie alla collaborazione tra Asl,
fondazioni e associazioni messa in campo su molti progetti di grandissima
rilevanza e che ci portano nel futuro della sanità come il robot chirurgico, la
sala ibrida, la clinicizzazione».
La collaborazione tra sanità pubblica e
fondazioni private è stata sottolineata anche da Paolo Garavana, Direttore Amministrativo dell'Asl di Biella: «Offriamo una filiera completa che parte
dalla prevenzione, passa dalla diagnosi e, grazie al laboratorio di oncologia
molecolare, giunge a un approccio terapeutico mirato con un'ampia disponibilità
di tecniche chirurgiche d'avanguardia, compresa quella robotica. È un modello
che sta dando risultati: dai dati della mobilità dei cittadini, si può vedere,
infatti, come sempre meno biellesi cerchino fuori provincia cure di eccellenza
e più pazienti di altre province scelgano Biella».
In questo
mosaico, il tassello del laboratorio del Fondo Edo Tempia arriva al momento in
cui gli specialisti oncologi devono scegliere come affrontare il tumore di un
paziente. «Abbiamo una convenzione con buona parte delle aziende sanitarie del
Piemonte, a cui aggiungiamo Valle d'Aosta e Liguria» ha spiegato Maria
Scatolini ai rappresentanti della Fondazione. «Lo strumento acquistato
grazie al contributo ci permette di svolgere test preziosi sul carcinoma
ovarico, una patologia di cui spesso ci si accorge quando è già in fase
avanzata. Ora esiste una nuova classe di farmaci in grado di stabilizzare la
malattia, rendendola cronica. In parole semplici, di trattarla come un diabete.
Ma per stabilire se la paziente è idonea al trattamento, occorre il test per
valutare le mutazioni genetiche presenti nelle cellule tumorali. Il 50 per
cento delle donne sottoposte all'esame sono idonee. E i primi risultati ci
dicono che più del 50 per cento di chi ha iniziato il trattamento è ancora in
vita pur in presenza di un tumore metastatico». Questo spiega la ragione per
cui i test molecolari sono preziosi, ancorché costosi: «L'apparecchiatura
nuova» precisa Scatolini «è valsa un investimento di 350.000 euro, i reagenti
con cui la si prepara prima di ogni sessione costano 15.000 euro. Per questo
ringrazio il Fondo Edo Tempia per la fiducia che ripone nel lavoro di tutto lo
staff consentendoci di continuare a svolgerlo: si tratta di una responsabilità
importante».
La qualità del
lavoro è riconosciuta non solo dalle certificazioni internazionali ottenute, ma
soprattutto dai risultati: «Nel 2024 abbiamo svolto più di 1.800 test al
servizio di circa 1.700 pazienti, con tempi di risposta di 10 giorni lavorativi
per consegnare ai medici il referto. Salgono a tre settimane solo in presenza
di casi più complessi. Sappiamo che in Liguria, per esempio, per alcuni test
occorrono quattro mesi». Adriana Paduos, Direttore Sanitario del Fondo Edo
Tempia, ha rimarcato l'unicità di una struttura «che è ospitata da un ospedale
pubblico ma è al 100 per cento di una fondazione non profit».
Una
collaborazione, come ha puntualizzato Scatolini, «che ci consente di avere un
rapporto continuo e diretto con i clinici, prezioso per noi anche per la parte
di ricerca. In questi mesi, per esempio, stiamo svolgendo uno studio sul tumore
del surrene finanziato da Airc, con la più grande casistica al mondo, resa
possibile dalla collaborazione con gli ospedali e con i medici». Ed è così che
Biella è un po' più al centro del mondo, se si parla di medicina: «Succede ai
convegni internazionali» ha sorriso la direttrice del laboratorio «di vedere
facce stupite quando, tra i centri di riferimento, si parla di Biella, anzi di
Ponderano, e non di Roma o Milano».